"L'IMPIANTO INERTI E LE CAVE DI BOVESE"
Sorge in contrada S.Elia e fu costruito dai fratelli Angelo e Giuseppe Ferraro negli anni '80 per poter estrarre e commerciare gli inerti provenienti dalle loro cave. Ma dopo gli arresti a prendere il controllo di tutta l'attività fu il nipote Domenico che con furbizia riesce ad accaparrarsi clienti, ampliare l'attività con lavori di movimento terra e trasformare le vecchie cave in discariche (ispirate agli enormi crateri di Bocale in provincia di Reggio Calabria).
Sotto alcuni estratti del romanzo:
(...) – A me interessa solo lo sbancamento e la fornitura
della sabbia… lo sai… – – Domenico, non ci sono problemi, parlo io con don Fabio, e ci ragiono. – – Allora mi fido, ok? Grazie… – (...)
(...) Aveva quindi sfruttato alcune cave dismesse ed abbandonate sulle colline di Bovese, di proprietà dello zio Giuseppe, per iniziare a guadagnare qualche euro anche con i rifiuti. Si organizzò per riaprire gli accessi con la ruspa e riservare lo scarico dei rifiuti esclusivamente a ditte di fiducia (...)
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