martedì 22 febbraio 2022

TERRA NOSTRA: "VIAGGIO NEI LUOGHI DEL ROMANZO" - 3° Episodio

"IL QUARTIRE "209" DEGLI ZINGARI"
Un quartiere rom  abbandonato a pochi chilometri da Trimpoli e Casalotto, che vive in pieno degrado, tra macro discariche, microcriminalità, baracche, strade colabrodo e povertà. Qui a gestire il traffico illegale di droga e l'attività di sfasciacarrozze è Cosimo Bevilacqua detto "Lo Zingaro", oltre ad avere un ruolo fondamentale di gestione della "manovalanza" a servizio delle 'ndrine per lavoretti sporchi come rapine e danneggiamenti. Il quartiere 209 (nome di fantasia) si ispira al quartiere Arghillà di Reggio Calabria. 

Seguono due brevi estratti.
(...) Senti… non è che si può risolvere questa faccenda degli zingari? – – Quelli del quartiere 209? – chiese Don Vincenzo mentre era intento a tagliare la bistecca che aveva nel piatto. – Sì sì… quelli là, stanno facendo troppo casini… devono capire che non... – (...)

(...) – Ciao, compare Cosimo! Mi hai riconosciuto!? – gridò per farsi sentire oltre al rumore di quell’auto che veniva ridotta ad un ammasso di ferro senza forma. L’uomo si voltò verso di lui, e si avvicinò. – Sì sì… Faccia Tagliata sei? – – Esatto. Bravo! – – Dimmi tutto...  – (...)

domenica 20 febbraio 2022

TERRA NOSTRA: "VIAGGIO NEI LUOGHI DEL ROMANZO" - 2° Episodio

"IL CARCERE L'UCCIARDONE DI PALERMO"
È uno dei carceri di massima sicurezza più antichi della Sicilia risalente all'epoca borbonica, intitolato al maresciallo degli agenti di custodia Calogero Di Bona, ucciso dalla mafia nell'agosto 1979. Nel romanzo Terra Nostra è il luogo dove è recluso il boss Don Peppe Ferraro,  qui gli è stato dato il soprannome: 'u Calabrisi.
Il nome l'Ucciardone deriva dal siciliano "u ciarduni", a sua volta dal francese chardon, che vuol dire cardo: un tempo, infatti, questa pianta commestibile veniva coltivata nel terreno in cui sarebbe poi sorto l'edificio.

Due brevi estratti del romanzo:
(...)In carcere, era conosciuto come: “u Calabrisi”, molto rispettato dai tanti siciliani detenuti e non solo, anche le guardie erano a sua disposizione. Per i primi otto anni, fu sottoposto al carcere duro, il cosiddetto “41-bis”. (...)

(...) Nel penitenziario di Palermo, il Boss Ferraro venne avvicinato da un altro detenuto, dall’espressione dispiaciuta, durante l’ora d’aria: – Don Peppe... – – Ehi compare Ciccio Scambia, dimmi... – Quest’uomo era un boss con la dote di “capo mandamento” di Platì, paesino dell’entroterra reggino. – Mi è arrivata la notizia... (...) 

lunedì 14 febbraio 2022

TERRA NOSTRA: "VIAGGIO NEI LUOGHI DEL ROMANZO" - 1° Episodio

Statale 106 Jonica
"LA STATALE 106 JONICA"
Siamo sulla statale Jonica 106, seconda arteria principale di collegamento della Calabria, è nota a tutti purtroppo come "strada della morte". 
La strada statale 106 Jonica (SS 106) si estende per 480 km da Reggio Calabria a Taranto, percorrendo tutta la costa jonica di Calabria, Basilicata e parte di quella pugliese. Nel romanzo Terra Nostra è il centro del malaffare, delle infiltrazioni mafiose, delle estorsioni...

(...) Don Vincenzo era molto interessato a quei lavori, dato che il tratto di ammodernamento attraversava proprio i territori di Trimpoli, Casalotto e Bovese. E pertanto, riteneva che una fetta di quei 50 milioni gli spettassero di diritto… (...)

(...)– Vai in ufficio da lui e ci ragioni con calma e con le buone… poi gli dici che prima di iniziare si deve fare un giro in macchina con Nino Faccia Tagliata per spiegargli bene i “confini”… Gli facciamo un favore! Così non si confonde! – a quelle parole risero tutti e tre.(...)

(...)Durante i lavori di ammodernamento della SS 106 Jonica, un mezzo della ditta aveva un difetto al motore, ed uno dei tre operai “raccomandati” indicò un ottimo meccanico a pochi passi dal cantiere, l’officina “Crea”(...).

Alcuni brevi estratti del romanzo dove vengono svelate le trattative, le modalità di infiltrazione e le estorsioni della criminalità organizzata sugli appalti della statale.

Post pubblicato sulla pagina Fb il 14.02.2022

“TERRA NOSTRA ”: IL BESTSELLER DI AMATO SALVATORE CAMPOLO TRA FICTION E REALTÀ. 

Il romanzo Terra Nostra ambientato in Calabria è uno dei libri più recensiti d’Italia.
Il litorale jonico calabrese è uno dei luoghi più suggestivi di tutto il mezzogiorno d’Italia, attraversato dalla nota Statale 106 soprannominata “strada della morte” e dalla abbandonata rete ferroviaria ad unico binario che collega Reggio Calabria a Taranto, è anche un pezzo di Calabria del crimine degli anni 2000 raccontata da  Amato Salvatore Campolo nel suo romanzo d’esordio “Terra Nostra ” (Susil Edizioni, pag. 184, euro 15,90).
Tutto inizia la sera del 4 febbraio 2008, con un “pluriomicidio nella gelateria di Bovese”, il titolare Bruno Gullì e il cognato vengono ammazzati a colpi di mitragliatrice AK47 su ordine del boss Vincenzo Macrì. Ad insediarsi come maresciallo della caserma di Casalotto è la giovane Jessica Castaldo che vorrà cercare giustizia per suo padre assassinato in passato dalla ‘ndrangheta e continuare a combattere l’organizzazione criminale che da decenni insiste sulle città di Casalotto e Bovese. Sono gli anni dello sviluppo economico e sociale, di un cambiamento politico per la Calabria, dei grandi cantieri, della realizzazione del primo centro commerciale, degli appalti della statale 106 e del boom dell'edilizia residenziale. Ma a fare da sottofondo al “finto progresso” sono le azioni criminali dei clan della zona, con estorsioni, truffe, usura, intimidazioni e regolamento di conti.
Amato Salvatore Campolo, geometra libero professionista ed autore di racconti noir tra cui “Omicidio nel milanese ” e “Rosso sangue, delitti in Calabria ”, snoda la trama del suo romanzo intorno a tre famiglie criminali: i Ferraro, i Macrì e i Tripodi. La carriera di Jessica, il giovane  Maresciallo dell’arma dei carabinieri di pari passo ai mutamenti della cittadina di Casalotto e in parallelo con quella del crimine la cui organizzazione si radica e si trasforma sul territorio. Quegli anni e quei personaggi riempiono le pagine di cronaca nera, e anche i giornalisti hanno il loro ruolo di primo piano nella lotta alla criminalità. Rapine, danneggiamenti, sparatorie si susseguono sulla costa jonica, mentre il Giappone subisce il più potente terremoto mai registrato nella storia, cade il Governo Berlusconi e si instaurano i primi governi “tecnici”. Campolo si conferma uno scrittore che sa unire fatti di cronaca vera a fiction narrativa in un mix dallo stile fluido e leggero. Immagini narrate che ricordano i ritmi cinematografici di tanti film in voga in periodo, che Campolo trasforma in una bella storia noir in cui il linguaggio e la musica di quel tempo riecheggiano ancora oggi. Di recente il romanzo è stato anche rilanciato sulla stampa dal noto massmediologo Klaus Davi che ne auspica la realizzazione di una fiction tv.






I cinque racconti con l'incipit di Terra Nostra premiati da "Scrittori Emergenti Italia"

La tredicesima gara de #garadiraccontiin100parole del 26 marzo 2022 organizzata dal gruppo Facebook SCRITTORI EMERGENTI ITALIA ha avuto come...